domenica 19 ottobre 2008

ancoa un bacino, ancoa una carina...

Da quando va all'asilo, mio nipote sembra essere stato catapultato in un mondo parallelo.
Premesso che ci va con uno sguardo triste e sommesso come se stesse andando a lavorare insieme agli sherpa sulle Ande,
e che quando torna il venerdì sostiene di essere in ferie per due giorni e chiede a tutti se pure loro lo sono (mostrando la sua compassione nei confronti di chi invece lavora il sabato),
ora, quando si avvicina il momento di salutarti, (e non perchè stai partendo per la legione straniera, ma solo perchè te ne torni a casa tua),
ti fa abbassare verso di lui, ti prende il viso tra le manine e ti sbaciucchia come se fossi un chupa-chupa, ripetendo all'infinito: ancoooooa un bacinoooooo ancooooa una carinaaaaaa!
Finché arriva suo padre e gli urla di smettere di "ciciare la zia".
Che dite, passerà?

venerdì 17 ottobre 2008

epidemia nella rete

Sono stata risucchiata, mio malgrado, in quel gran casino di facebook. Non mi soffermo a spiegare cos'è perchè tutti (e dico tutti) quelli che conosco ne occupano un piccolo spazio (ed ora pure io!).
Dopo qualche giorno di smanettamenti, chattamenti e quizzamenti vari, mi rendo conto che non c'è niente di meglio del mio caro e confortevole blog (grazie a sarina che mi ci ha iniziato), scelto, curato e arricchito ormai da alcuni mesi.
Questo sì che mi rappresenta.
Certo, è piacevole salutare chi non saluti da mò. E' bello scoprire che puoi contattare chi pensavi di non poter più incontrare...Ma se c'è qualcuno che non vuoi salutare? e se c'è qualcuno con il quale manco morto vorresti diventarci amico virtuale?cosa fai lo ignori sul muso?!mah...
Attendo e rimugino.

sabato 11 ottobre 2008

La pace del sabato pomeriggio (per chi non ha bisogno di cambiare coni o comprare pedali)

Oggi c'è un bel sole a Nasolino, dalla finestra aperta si vedono tutti i colori dell'autunno...che non è che mi piacciano un granché, ma brillano, sotto i raggi del sole.
Sono state tre settimane pesanti, tantissimo lavoro, qualche circostanza tragi-comica, qualche soddisfazione, tanta stanchezza.... ho visto le carine, però!poco ma le ho viste.

Stamattina pure la fisioterapista si è scordata di me (!) ed io, quindi, mi sono alzata all'alba per nulla.
Sono arrivata là e lo studio era deserto, le luci spente, la porta chiusa. Ho provato a suonare il campanello...a chiamarla al telefono...niente. Che le sia successo qualcosa? Penso.Le metto un biglietto nella cassetta della posta e me ne vado..mah!
Ora torno a leggere, prima che arrivino gli unni e la mia stanza diventi un parco giochi (o un ring, dipende.)

venerdì 3 ottobre 2008


ll viaggio finisce qui: nelle cure meschine che dividono l’anima che non sa più dare un grido. Ora I minuti sono eguali e fissi come I giri di ruota della pompa. Un giro: un salir d’acqua che rimbomba. Un altro, altr’acqua, a tratti un cigolio.

Tu chiedi se così tutto vanisce in questa poca nebbia di memorie; se nell’ora che torpe o nel sospiro del frangente si compie ogni destino. Vorrei dirti che no, che ti s’appressa l’ora che passerai di là dal tempo; forse solo chi vuole s’infinita, e questo tu potrai, chissà, non io. Penso che per i più non sia salvezza, ma taluno sovverta ogni disegno, passi il varco, qual volle si ritrovi. Vorrei prima di cedere segnarti codesta via di fuga labile come nei sommossi campi del mare spuma o ruga. Ti dono anche l’avara mia speranza. A’ nuovi giorni, stanco, non so crescerla: l’offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.
Il cammino finisce a queste prode che rode la marea col moto alterno. Il tuo cuore vicino che non m’ode salpa già forse per l’eterno.

(Eugenio Montale, Ossi di seppia; Meriggi e ombre)